Il surf e la possibilità di vivere il presente… questo sconosciuto.

Ritmi frenetici, capacità di approfondimento sempre minore, gli smartphone sono diventati un organo vitale esterno.
Usi e costumi che cambiano a tempo di lustri. Paura di invecchiare e nello stesso istante la non considerazione della morte, viviamo come se fossimo eterni. Ma il proverbio non diceva: “Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai ?”
Aggiungiamo i rimpianti del passato e un po’ di nostalgia incollati sopra un album di ricordi sfogliato troppo spesso. Mettici un po’ di masturbazione mentale proiettata al futuro e la pappa nel cervello è pronta.
Ci preoccupiamo di ciò che sarà di noi nel futuro, se andranno in porto i nostri progetti, se guariremo da una malattia, che ne sarà dei nostri cari, dei nostri ori dei nostri pari.
Rimbalziamo come una palla di un flipper tra passato e futuro e dimentichiamo che il nostro corpo e la nostra mente vivono nel e vivono il presente.
Anche mentre svolgiamo le normali azioni quotidiane riusciamo a proiettarci fuori da esso. Vediamo un auto pensiamo a quando ne avevamo una oppure a quanto ci piacerebbe averne un’altra.
Tutto ci trascina fuori dal presente, ci mettiamo addosso troppa fretta perchè bisogna fare qualcosa subito, il prima possibile, prima che sia troppo tardi.
Avete mai riflettuto sul fatto che le pratiche di meditazione sono tutte incentrate sul presente ? Ascoltare il proprio respiro, evadere dal proprio corpo, raggiungere uno stato a-temporale. Abbiamo bisogno di fermarci, di respirare, di vivere questo sacrosanto presente che è la porta d’accesso ad una situazione neutrale dove non siamo condizionati da nulla. E questo condizionamento è causato solo dalla nostra mente, che come un cavallo impetuoso, viaggia senza controllo distogliendoci dalla realtà, dal presente appunto.

Io non sono capace di grosse pratiche meditative. Ho solo avuto e continuo ad avere la fortuna di vivere a stretto contatto con gli elementi naturali che in maniera molto spicciola ti sbattono in faccia la realtà nuda e cruda, con le sue regole semplici, ferree e soprattutto irremovibili nel tempo.
Quando arrivi ad un livello che ti permette di surfare un onda (sia tavola, windsurf o kite) vuol dire che di ore in acqua ne hai fatte tante e hai capito cosa significa poterti permettere qualcosa che nessuno potrebbe mai permettersi senza fare questo lungo e faticoso percorso. Non puoi comprare un bottom turn fatto bene, un cut back violento a spaccare il lip. Se provi a comprarlo su Amazon non lo hanno in magazzino.
Ed è proprio mentre sei lì, sul picco, che cominci a sentire la spinta dell’onda. Scendi, fai il bottom, risali verticale e riscendi veloce, dopo esserti permesso di dare uno sbuffetto irreverente al lip con il tail. In quel momento la tua mente è concentrata sul presente, gli elementi ti hanno aperto le porte fratello, sei parte di loro !
Ti fanno entrare perchè sei sulla stessa frequenza temporale, quella della verità.
Nessuna proiezione viziata da memoria o da visualizzazioni contorte. Stai vivendo quel momento, il tuo corpo diventa permeabile alle sensazioni.
Senti dentro te l’entusiasmo, che dal greco significa “con Dio dentro di sé”.
Si. Puoi dirlo. Stai vivendo.

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